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Fioramonti: “Via i Crocifissi dalle aule, credo in una scuola laica”. Pennisi: “È un simbolo di fraternità”

Promette di riaprire una controversia mai sopita la dichiarazione rilasciata dal ministro dell’istruzione Lorenzo Fioramonti ieri mattina ai microfoni di Rai Radio 1: “Io credo in una scuola laica, ritengo che le scuole debbano essere laiche e permettere a tutte le culture di esprimersi. Non esporrei un simbolo in particolare, ed eviterei l’accozzaglia, altrimenti diventa un mercato”.

Diverse le posizioni contrarie a quella del titolare del dicastero della scuola. Tra queste quelle dell’arcivescovo di Monreale, Mons. Michele Pennisi, che parla di una inutile polemica: “La proposta di togliere il Crocifisso dalle aule scolastiche comporta il rischio che questo simbolo universale di fraternità venga strumentalizzato a livello politico e diventi un segno divisivo. Il Ministro non può non tener conto dei vari pronunciamenti del Consiglio di Stato, della Corte Costituzionale e anche della Grande camera della Corte Europea dei diritti dell’uomo”.

Il Crocifisso, è diventato un fenomeno di cultura e di civiltà e ha reso la nostra società più capace di comprensione, più capace di accoglienza, più capace di perdono. Il Crocifisso non può essere strappato, prima che dalle mura delle nostre scuole o degli edifici pubblici, dal nostro cuore, perché è simbolo di una sofferenza offerta per amore, del  nostro comune destino, della misericordia finale, dell’estrema consolazione, del reciproco perdono, segno di speranza e  di solidarietà per tutti.

Nella sua nota, il prelato richiama infatti la decisione del consiglio di Stato, la n. 556 del 13 febbraio 2006, che respinse un ricorso di  chi che chiedeva la rimozione del crocefisso nelle aule scolastiche, e che in particolare affermava: 

“In Italia, il crocefisso è atto ad esprimere, appunto in chiave simbolica ma in modo adeguato, l’origine religiosa dei valori di tolleranza, di rispetto reciproco, di valorizzazione della persona, di affermazione dei suoi diritti, di riguardo alla sua libertà, di autonomia della coscienza morale nei confronti dell’autorità, di solidarietà umana, di rifiuto di ogni discriminazione, che connotano la civiltà italiana”. Ed ancora, “Si deve pensare al crocefisso come ad un simbolo idoneo ad esprimere l’elevato fondamento dei valori civili che sono poi i valori che delineano la laicità nell’attuale ordinamento dello Stato. Nel contesto culturale italiano, appare difficile trovare un altro simbolo, in verità, che si presti, più di esso, a farlo“.

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