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Tassa di soggiorno, il tributo “fantasma” che molti non pagano. Biagio Cigno: “Penalizzati gli onesti”

MONREALE – Con una lettera aperta destinata al sindaco di Monreale Alberto Arcidiacono e agli assessori Geppino Pupella e Giuseppe La Fiora, rispettivamente Turismo e attività produttive e Tributi e Patrimonio, il presidente dell’associazione Liberi di Lavorare, Biagio Cigno, espone un annoso problema mai risolto: il pagamento della tassa di soggiorno.

Si tratta di un tributo che i turisti sono tenuti a pagare per soggiornare in una determinata città, prassi comune in moltissime città d’arte italiane. Il 31 ottobre 2012, con delibera n. 104, il Consiglio comunale ha approvato la proposta dell’allora assessore Giuseppe La Fiora, al fine di reperire il fondi nel settore turistico e non gravare ulteriormente sulle finanze dei cittadini.

Gli operatori del settore chiesero sin da quel momento un incontro che però non fu mai svolto: il risultato è che, nonostante fosse stato determinato dal Consiglio, il pagamento di tale tassa non è stato sottoposto ad alcun controllo.

Dopo anni, specificamente il 6 aprile 2018, gli operatori ricevono una lettera dall’Area gestione e risorse servizio tributi, firmata dal dirigente ad interim e segretario generale dott.ssa Domenica Ficano, con la quale si intimava agli esercenti turistici di ottemperare, a partire dal 2018, a quanto previsto dal regolamento approvato nel 2012.
Dopo un incontro col presidente dell’associazione ANBBA dei b&b di Monreale con il dirigente del settore tributi, gli operatori iniziano a pagare. Ma non tutti. Alcuni, i più diligenti, effettuano le rimesse regolarmente e con cadenza mensile, comunicando anche i nominativi degli ospiti (comunicazione che devono fare a prescindere alla questura), mentre altri operatori se ne infischiano bellamente della tassa.
L’associazione di Biagio Cigno, in virtù di quanto esposto, chiede un incontro urgente con l’amministrazione e con i rappresentanti delle categorie alberghiere per discutere l’istituzione di un capitolo specifico cui inoltrare le rimesse riscosse, per concordare le iniziative in cui saranno investiti i fondi derivati dalla tassa (che per legge possono essere spesi solo in interventi riconducibili al miglioramento dell’aspetto turistico), e che misure di controllo e prevenzione si vogliono attuare contro chi evade la tassa.
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