Monreale, 13 maggio 2019 – Alberto Arcidiacono è stato incoronato nuovo sindaco di Monreale. Con il 55,73% delle preferenze ha scavalcato di circa 11,5 punti percentuali Piero Capizzi, il sindaco uscente, fermatosi al 44,27%.
Alla fine di un processo democratico, qual è quello elettorale, è stata certificata una vittoria chiara, netta, per Arcidiacono, che meritatamente avrà l’onore di guidare il paese nell’arco dei prossimi cinque anni, ma soprattutto l’onere di dare risposte alle innumerevoli criticità della città e corrispondere adeguatamente alla fiducia in lui riposta dai cittadini.
Una fiducia, è bene chiarirlo, che in realtà gli è stata attribuita da una minoranza degli elettori monrealesi. I 7.449 voti conseguiti dimostrano che solo il 22% di loro si è realmente espresso per Alberto Arcidiacono. Gli altri, o hanno votato per Capizzi (5.918, 18%), o, e si tratta della stragrande maggioranza, non hanno votato per nessuno dei due candidati.
Solo un elettore su 5 in pratica ha dato fiducia al nuovo sindaco, con convinzione, imprimendo una croce sul suo nome. Per il 60% dei cittadini, 3 su 5, Arcidiacono deve ancora guadagnarsi questa fiducia.
I festeggiamenti, le bottiglie di champagne, il bagno di folla registrato questa notte non devono ingannare. La maggioranza dei cittadini monrealesi non avrà provato nessuna emozione dal risultato elettorale. Anzi, l’avrà accolto con indifferenza. Molti non avranno neanche atteso svegli l’esito dello scrutinio, ma l’avranno appreso solamente questa mattina accendendo lo smartphone, magari con un laconico commento.
Perché più che la fiducia su Arcidiacono, è la sfiducia dei cittadini sulla politica il vero dato che emerge (anche) a Monreale da quest’ultima consultazione elettorale. Un dato più che comprensibile in un paese schiacciato dal dissesto finanziario, dalla crisi economica, dal degrado sociale, da mille problemi quotidiani, che affondano le proprie radici in tempi più o meno lontani, ma con responsabilità di matrice certamente politica. In un contesto del genere l’apatia nei confronti della politica, lo scetticismo dinanzi alle promesse dei candidati, è una risposta quasi naturale, prevedibile.
Compito del nuovo primo cittadino sarà quello di riavvicinare i cittadini alla politica, di abbattere le distanze, di dare credibilità ad una istituzione che sta alla base dei processi democratici di una società. Un’incombenza onerosa, complessa, forse improba, soprattutto per le incrostazioni culturali da rimuovere, che non potrà che passare dai risultati che il nuovo primo cittadino dovrà necessariamente portare, assieme alla sua vasta squadra di governo, ai movimenti civici Il Mosaico e Monreale Bene Comune, che lo accompagnano in questa grande sfida.
Condivido in pieno la sua analisi questo paese ormai è scettico sulla politica locale .forse perché gli attori che da anni fanno il bello è il cattivo tempo ormai non sono più credibili .Se poi ci mettiamo pure QYALCUMO dice che non c’è pi differenza tra destra e sinistra si arriva a questa amministrazione che non si capisce cosa rappresenta .l’unico a quanto pare che è contento è il candidato sindaco del Mosaico .Chissà cosa ci aspetta nei prossimi anni ma sicuramente noi cittadini delusi ci saremo e faremo di tutto per farci ascoltare .