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Micciché: “Lo Stato ci chiede il pizzo”. E si allontana il taglio dei vitalizi

Palermo, 11 aprile 2019 –  Si profilano tempi lunghi per il taglio ai vitalizi degli ex deputati regionali in Sicilia. Questa settimana si doveva costituire la commissione voluta dal Presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè per mettere a punto un documento con i punti salienti di una riforma dei vitalizi ancora in essere.

La commissione vedrà la luce probabilmente la prossima settimana perché fino a ieri mattina mancavano ancora alcune designazioni dei componenti da parte di Forza Italia (che in serata ha nominato Stefano Pellegrino) e Fratelli D’Italia. Ma all’interno del Palazzo dei Normanni forti sono le resistenze per questa intesa decisa a Roma nel corso di una riunione alla quale, come ha dichiarato il presidente Miccichè la Sicilia non ha partecipato.

Secondo la seconda carica della Regione il provvedimento stabilito a Roma non sarebbe vincolante nei contenuti perché la Sicilia è sì tenuta a ridurre i vitalizi, ma è libera di scegliere come. Contrario il MoVimento Cinquestelle: “A questo punto – ha detto il vicepresidente dell’Ars, Giancarlo Cancelleri – l’unico accordo possibile è quello approvato. Non c’è più spazio per le trattative”.

Il problema è che i tempi sono molto ristretti: l’accordo fra Stato e Regioni fissa una scadenza molto ravvicinata: se entro il 30 maggio non saranno deliberati i tagli, scatterà una “multa” di 21 milioni per la Regione. Ma anche sulla scadenza il presidente dell’Ars è dubbioso : “A questo punto – ha detto Miccichè – saremo costretti a farlo, ma voglio vedere se ci multano per qualche giorno di ritardo. Lo Stato ci chiede il pizzo – avrebbe dichiarato ad un quotidiano nazionale- minacciando di bruciarci il locale se non lo facciamo”.

Per la cronaca, l’accordo fra Stato e Regioni prevede il taglio degli assegni per gli ex deputati – un taglio che prevede l’applicazione del metodo contributivo. I tempi si allungano anche perché il documento che verrà esitato dalla commissione che non è ancora nata, dovrà passare in Aula per la sua approvazione. I tempi sicuramente si allungheranno anche perché, oltre alla pausa per le festività pasquali, si dovranno svolgere le elezioni amministrative del 28 aprile e le europee del 26 maggio. In questi periodi di consueto l’Aula non si riunisce per permettere ai deputati di fare campagna elettorale nella provincia di provenienza. Ma se l’Ars non si pronuncerà entro il 30 maggio, la Regione rischia una sanzione fino a 70 milioni di euro.

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