Monreale, 28 novembre 2018 – Il taglio sul servizio igienico-personale finalizzato a garantire l’autonomia e la comunicazione nei confronti degli alunni disabili nelle scuole di Monreale ha acceso gli animi di non pochi schieramenti politici. Le somme stanziate sono insufficienti, ma purtroppo la politica continua a fare economia sulle categorie più fragili. Quello che sta accadendo a Monreale come a Palermo si ripete da anni puntualmente in questo periodo.
“Un effetto inaccettabile del dissesto finanziario dichiarato dall’Amministrazione Capizzi. Chiediamo – dichiara Roberto Gambino, Portavoce del Movimento “Il Mosaico”- l’intervento immediato del Garante delle persone diversabili, ai sensi dell’art. 5 del Regolamento approvato con Delibera del Consiglio Comunale n. 23 del 12.03.2014. Invitiamo il Garante, Dott. Salvatore Porrovecchio, a verificare la legittimità dei tagli e gli eventuali diritti lesi dei bambini e delle loro famiglie, nonché di accertare la possibilità di eventuali soluzioni alternative per il recupero di risorse economiche, anche extra comunali, per garantire servizi chiaramente indispensabili. A differenza di quanto rappresentato dall’attuale Amministrazione e da moltissimi consiglieri comunali, abbiamo avuto chiaro sin dal principio quanto sarebbe stato doloroso e problematico per i cittadini la dichiarazione di dissesto. Come per l’eliminazione degli sgravi e delle agevolazioni per i cittadini più bisognosi in riferimento alla tassa sui rifiuti, oggi si somma questa ulteriore mazzata per chi, invece, dovrebbe essere assolutamente tutelato. Nonostante il Regolamento che ne prevede l’istituzione e ne regola le funzioni non sia adeguato al complesso ruolo di garanzia e di promozione dei diritti delle persone diversamente abili – aggiunge il Referente del laboratorio programmatico “DiverseAbilità”, Enzo Terruso – avanzeremo formale richiesta al Garante per esperire tutte le iniziative utili a porre un argine ad una deriva che, in nome della contabilità legata al dissesto finanziario, calpesta i diritti dei cittadini più bisognosi”.
“È una questione di scelte – ha dichiarato Porrovecchio – occorre da parte del Consiglio comunale qualche proposta per rimodulare questi fondi, è una situazione che merita la giusta attenzione. Se si deve tagliare si tagli altrove non su queste voci – continua – ma spesso accade che sono i più deboli ad essere vessati”. Per il Garante dei disabili si dovrebbe provvedere a creare un capitolo più ridondante, anche se a volta si possono presentare situazioni impreviste. “Nonostante la condizione di dissesto c’è la possibilità di ottemperare – afferma – infatti ho chiesto al sindaco di intervenire e mi ha detto che lo farà come ha sempre fatto. Si tratta di una situazione transitoria – spiega – il servizio non viene tolto ma ridotto da un punto di vista delle ore, l’assistenza era stata garantita con fondi comunali ed era stata programmata quattro anni fa, adesso c’è la possibilità di attingere a fondi regionali ma deve essere l’assessore al ramo a valutare in che modo attingere alle risorse. Il consiglio comunale e in primis la commissione bilancio chieda un appostamento diverso. Il consiglio comunale si attivi e non faccia saltare altre sedute”.
Per Alberto Arcidiacono, candidato sindaco alle amministrative 2019, sarebbe necessario chiamare in causa chi ha contribuito e/o determinato il dissesto, “effetto macroscopico e indiscutibile di una lunga serie di scelte sbagliate”.
“Scelte gestionali, di spesa, rese in assenza di competenza, talora anche il mancato esercizio della scelta stessa. Errori, certamente, che se se sono frutto degli umani limiti possono, forse, anche essere scusati, ma che non meritano comprensione se derivano dall’assenza della volontà di governo e di confronto con gli altri, siano quesiti esponenti politici, funzionari amministrativi, portatori di interesse o l’espressione più libera della compagine sociale”.
Per Arcidiacono adesso bisogna domandarsi cosa sia possibile fare adesso? “E bisogna trovare risposta nella volontà dell’amministrazione, in sinergia con quanti possano offrire un valido contributo alla causa, di rivedere le proprie economie; di valutare l’ipotesi di sopperire alle attuali mancanze, almeno nello stato emergenziale, distogliendo soggetti, comunque qualificati allo scopo, afferenti all’Ente pubblico; di reperire fondi presso altri soggetti istituzionali; ed infine, ove possibile, rivolgendosi alla nobile realtà del volontariato”.