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Una storia di solidarietà. Miah resterà a San Cipirello. Il paese si stringe intorno all’extracomunitario

San Cipirello, 7 ottobre 2018 – Quella di Miah è una storia di accoglienza e di integrazione. Ma la vera protagonista è la comunità di San Cipirello, che ha “adottato” l’extracomunitario, fino ad intervenire con il Ministero per perorare la sua stabile residenza in paese. “Ormai è uno di noi”.

La storia di Miah inizia diversi anni fa, quando lasciò il suo paese, il Bangladesh, con la speranza di dare al quarto dei suoi figli la possibilità di curarsi da una rara malattia che gli impedisce l’uso della parte inferiore del corpo.

Le traversie di Miah cominciano quando, prima di arrivare al centro di accoglienza di Lampedusa, fece tappa in Libia. Lì intraprese un’attività lavorativa in una ricca famiglia, ma una disavventura aveva accelerato la partenza dal luogo. Nel tentativo di far giungere alla propria famiglia il denaro guadagnato, Miah venne preso di mira da un gruppo di ribelli che nel tentativo di derubarlo lo ferirono ad un braccio. Soccorso da alcuni passanti venne portato nella struttura ospedaliera della capitale. Una volta recuperate le forze, decise di intraprendere la traversata verso l’Europa, sarà la stessa ricca famiglia a prendere contatti con l’organizzazione che gestisce i viaggi dei migranti e a pagare per la sua partenza.

Ad attendere l’arrivo del barcone venne portato in una struttura lontana ed isolata dove Miah rimase per tre giorni, in compagnia di alcuni uomini sconosciuti senza disponibilità di cibo ma solo di alcuni sorsi di acqua. Sul fatiscente natante vennero fatti salire 105 uomini, trascorreranno 14 ore in mare prima di essere avvistati dalla Capitaneria Italiana. 

Da due anni è a San Cipirello, ospite del Casa “Opera Pia Riccobono”. Poi, lo scorso settembre, gli viene notificato il trasferimento a Caltagirone, per essere inserito in un Progetto Sprar. Alla notizia Miah rimane impietrito e viene sopraffatto dallo sconforto.

Più di una volta é stato trovato in lacrime per le vie di San Cipirello e la cosa ha stupito chi lo conosce. Così l’intera comunità ed alcune delle istituzioni locali si sono mobilitate per sostenere l’uomo del Bangladesh nel tentativo di evitarne il trasferimento.

A testimonianza dell’avvenuta integrazione di Miah, sulla scrivania dell’ufficio Servizio Centrale Sprar di Roma è giunta una lettera scritta di proprio pugno dal sindaco di San Cipirello Vincenzo Geluso. Anche le motivazioni fornite dall’Assistente Sociale Valentina Costanza e da Francesca Stassi, Responsabile del Cas “Opera Pia Riccobono”, convincono Roma che decide di inserirlo nel progetto a San Cipirello. 

“L’intera comunità – affermano i responsabili – in Miah non vede più un ospite ma un suo componente”. Una bella testimonianza di integrazione. Per Miah gli abitanti di San Cipirello sono la sua nuova famiglia.

Adesso il passo successivo consiste nel far arrivare in Italia il figlio per permettere di ricevere le cure adeguate, di certo non sarà semplice ma Geluso è speranzoso e non si arrende.

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