Dopo un 2017 caratterizzato dal grande sviluppo di fintech e digitalizzazione dei processi, quali sono le tendenze in atto in questo 2018 per l’economia globale? E quali sono gli strumenti su cui le imprese devono fare affidamento, e che devono imparare a conoscere e utilizzare? Ecco cosa prevedono gli esperti.
Chatbot, bitcoin, fintech… Il 2017 sarà ricordato probabilmente come l’anno in cui la svolta digitale ha avuto un’accelerazione più forte verso il futuro, con un movimento che ha coinvolto in pratica tutti i mercati internazionali, dall’Europa all’Asia e all’America. E l’anno in corso dovrebbe vedere un consolidamento di questi trend, sia per quanto riguarda gli scenari globali che per gli aspetti legati alle singole scelte delle varie imprese.
L’anno del Fintech. In termini generali, è un recente studio di Statista – uno dei portali più apprezzati a livello mondiale per le statistiche e le ricerche di mercato e di opinioni – a rivelare alcune cifre che si dovrebbero “muovere” in questo 2018, in cui la tecnologia svolgerà la parte del “leone”: gli investimenti in servizi di tecnologia finanziaria, secondo gli analisti tedeschi, arriveranno a toccare gli 8 miliardi di dollari, con l’82 per cento delle banche americane e l’86 per cento dei manager mondiali che hanno già affermato la propria intenzione di investire nel Fintech.
Oltre 8 miliardi di investimenti. Queste intenzioni lasciano spazio a una previsione piuttosto significativa sul valore degli investimenti globali nella tecnologia dei servizi finanziari: entro la fine dell’anno, questo segmento supererà la quota di 8 miliardi di dollari, praticamente più che doppiando il giro d’affari registrato cinque anni fa, nel 2013.
Sempre più digitale. Collegato al discorso del fintech c’è anche un altro tema, che riguarda da vicino l’Europa e quindi l’Italia: il 2018 sarà anche l’anno della armonizzazione delle regolamentazioni sulle fatturazioni elettroniche, visto che entrano in vigore i nuovi standard studiati comuni da Bruxelles per l’e-invoicing e imposti ai Paesi membri. L’obiettivo dell’Unione Europea è di spingere il tasso di adozione dei processi digitali, portandolo dall’attuale 24 per cento al 95 per cento entro il 2024, con conseguente risparmio per le imprese stimato addirittura in oltre 64 miliardi di euro.
Anche in Italia spinta alla e-Fattura. Questo intento, insieme alle mosse avviate sul piano nazionale, potrebbero servire da incentivo per la digitalizzazione delle imprese italiane, che comunque stanno muovendo con decisione i primi passi verso il “futuro”, come dimostra la diffusione di soluzioni come quelle di Danea, che con il suo programma per gestire le fatture Easyfatt, utilizzato da oltre 100 mila clienti in tutta Italia, è uno dei principali player del mercato tricolore. Come dicevamo, nei prossimi mesi ci saranno novità che dovrebbero funzionare da leva per l’adozione di questi sistemi.
Le novità del 2018. Nello specifico, l’ultima legge di Bilancio ha introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica per le operazioni di rifornimento carburante (anche nei confronti dei titolari di Partita IVA) e per le prestazioni rese da subappaltatori e subcontraenti negli appalti pubblici, che entrerà in vigore il Primo Luglio; l’anno prossimo, poi, l’obbligo di utilizzare documenti digitali sarà estero a tutte le operazioni tra privati (B2B) e nei confronti dei consumatori finali (B2C).