Monreale, 4 febbraio 2018 – Oggi pubblichiamo una favola per i più piccini scritta da Anna Agata. Folletti, grifoni, magie, sono i protagonisti di una storia a lieto fine che mette al centro la collaborazione e la condivisione come valore.
“Maghella Naturella e i Folletti litigiosi”
C’era una volta in un bosco incantato una maga chiamata Maghella Naturella. Lei era la fata della natura. I fiori, gli alberi, la pioggia. Tutta la natura dipendeva da lei e dalla sua bacchetta magica. Oh la bacchetta… era speciale, per fare le magie Naturella aveva bisogno di caricarla. Ma no! Non come i cellulari. Le sue ricariche erano intrugli di pozioni magiche fatte di estratti di erbe e piante. Però non faceva tutto da sola, Maghella era aiutata dai folletti del bosco e da Nello Smemorello, il suo grifone. Nello aveva il corpo di un lupo, la testa di un’aquila, grandi ali dorate e la coda lunga che terminava con un ciuffo di piume di pavone. Però aveva anche qualche difetto. Quello più grande era la sua passione per il cioccolato. Era anche ghiotto di bacche di cacao. Spesso in volo annusava odore di cioccolato e si dimenticava dove stava andando per seguire il profumo. Tutto sommato era un bravo grifone educato e servizievole, quando non segui va il cioccolato. I folletti erano tanti ed ognuno di loro aveva un compito preciso. Naturella li mandava a cercare le erbe oppure piccole piante o fiori che servivano per le sue magie. C’erano i folletti che avevano il senso dell’olfatto più sviluppato, quelli con la vista più sviluppata, quelli con intatto più sviluppa- to… Però ultimamente i folletti non andavano molto d’accordo. Ognuno diceva di essere più bravo dell’altro e che il suo senso era il migliore e il più utile. Naturella li sgridava e gli diceva sempre che tutti sono utili a lei e soprattutto alla natura. Un giorno li mandò a cercare delle erbe per la ricarica della sua bacchetta. “Presto folletti ho bisogno di arnica; dulcamara e liquirizia.” I folletti partirono alla ricerca delle piante ma dopo poco iniziarono a litigare. “Io l’ho trovato… Con il mio naso” “No! Sono stato io con li miei occhi.” “no. L’ho trovato io con le mie mani” E invece di raccogliere le piante litigarono sempre più forte a tal pun- to che Maghella Naturella li sentì. Così si mise a cavallo del suo grifone e volò verso il bosco. Al suo arrivo trovò i folletti im- pazziti ognuno di loro diceva di aver trovato la pianta grazie alla sua capacità. La maga li sgridò e cercò di fargli capire che tutti erano riusciti a trovare gli ingredienti grazie alle loro doti. Quella sera i folletti tornarono alle loro case muti come dei pesci ma ognuno pensava che Naturella si fosse sbagliata. I giorni seguenti i folletti dovevano aiutare l’acqua a sgorgare e gli alberi a rifiorire. Naturella li incaricò della ricerca di brina e aloe. E questa volta i folletti invece di partire insieme si sparpagliarono per il bosco ognuno per conto suo. Ovviamente impiegarono più tempo a trovare le cose. Di solito tutti insieme trovavano le erbe in una giornata, questa volta ci vollero tre giorni. Maghella , non vedendoli rientrare, si preoccupò e mandò Nello alla ri- cerca dei folletti. Nello lì cercò per il bosco però prima di trovarli si fermò ad assaggiare qualche bacca di cacao “Un po di rica- rica anche per me” si disse. Poi individuò i folletti e tornato dalla maga le disse di averli visti in giro ognuno per conto suo, sen- za nessuno di loro aiutasse gli altri. “Hmm la situazione si sta facendo preoccupante. Prima perdono tempo a litigare e ora non si aiutano più. Devo trovare un rimedio”. Al loro ritorno Naturella li chiamò subito in assemblea e li interrogò sul motivo del loro comportamento.
I folletti iniziarono a parlare tutti insieme e Naturella li richiamò ” smettetela di parlare tutti insieme. Uno alla volta per favore.” Invece ripresero a parlare tutti e questa volta urlavano di più. Naturella fece una magia e imbavagliò tutti i folletti “Ora basta discutere tra voi. Sapete benissimo che siete tutti utili a me e soprattutto alla natura . Non ha importanza chi vede o chi sente o chi trova per primo gli ingredienti. L’importante è trovarli in tempo.” Così i folletti lasciarono le erbe a Naturella e andarono via a testa bassa. “Devo trovare una formula magica per loro e farli ritornare ad essere amici. ” disse Naturella. “Allora ci vorrebbe una formula particolare che scuota gli animi!” rispose Nello. Naturella preparò le pozioni per l’acqua e gli alberi, caricò la sua bacchetta, pose al collo di Nello la borsa delle erbe e saltò in groppa “Vai mio bel grifone, vola verso il mondo” Nello saltò ver- so il cielo sempre più in alto e si diresse al bosco. Ma ahimè lungo il tragitto sorvolò la casa di Bacetto, un maestro del ciocco- lato. E Nello inebriato dal profumo svoltò verso la casa. Naturella tentò in tutti i modi di distoglierlo ma non ci riuscì. Il debole di Nello per il cioccolato era più forte di tutto e tutti. Non ascoltava nessuno. Doveva assolutamente mangiare un pezzo di ciocco- lato anche solo una briciola. Così scese in picchiata verso la casa e atterrò sul tetto di Bacetto. Un piccolo omino dalle grandi labbra. Si vedevano solo i piedi e le mani fuori dal grembiule di colore cioccolato. Nello fece un buco nel tetto con un artiglio, portò la zampa verso la cucina e prese un pezzo di cioccolato “buono..mmh , squisito… mmh, inebriante! Ne vuoi un po’?” Chiese a Maghella allargando l’estremità della coda da pavone. Naturella saltò giù nervosa. Bacetto guardò Nello infuriato. “Sei sempre il solito…lo sai che ti dò sempre un pezzo di cioccolato, ma perché ogni volta devi rompere il mio tetto?” Uscì di casa con il matterello in mano pronto a darlo sulla coda di Nello. Naturella riuscì a stento a trattenerlo. Fermo! ti riparo il tetto subito! E con una magia il tetto ritornò nuovo come prima. “Smettila di mangiare ora dobbiamo cospargere la natura con la pozione magica e trovare l’Erba Ruta prima che la bacchetta si scarichi completamente. Così Nello ripose l’ultimo pezzetto di cioccolata nella borsa appesa al collo senza che Naturella se ne accorgesse. E volarono verso il bosco dove Naturella raccol- se l’erba ruta, fiori di rosa canina e foglie di ippocastano. Mise tutto nella borsa di Nello dove ormai la cioccolata si era sciolta. Tornata a casa svuotò la borsa sul tavolo e preparò la pozione magica per i folletti. Nel frattempo i folletti erano stati inviati a cercare altri ingredienti ma ritornarono a casa più litigiosi di prima. Ognuno diceva di essere più bravo ma avevano dimenticato di prendere l’ingrediente speciale l’Erba Limona, quello necessario per la crescita del grano. Allora Naturella rimproverò i follet- ti che cominciarono ad inveire uno contro l’altro per l’erba mancante e…”Basta! Sono stanca e stufa dei vostri litigi inutili. A voi ora ci penso io!” alzò la bacchetta pronunciò la frase magica “SPIRITO DI MATERIE SPIRITO DI VITE E ORA …SPARITE” Ma… “Ops! Ma cosa è successo? la mia formula… Non va?” Che guaio! I folletti non erano scomparsi del tutto. Anzi era rima- sto visibile un pezzo di ogni folletto. A chi si vedeva solo un occhio, a chi la sopracciglia, a chi un dito, a chi solo le labbra e così via. Naturella non riusciva a capire come fosse successo questo. Non aveva mai sbagliato le sue formule. A quella vista Nello si impaurì e si nascose sotto il tavolo. I folletti non capirono più nulla. Si guardarono e si spaventarono. “E ora cosa fac- cio?” Si chiese Naturella. Non le era mai capitato di sbagliare. Ripassò la formula e non c’era nulla di sbagliato. I folletti le
chiesero “Perché ci hai fatto questo?”. E tutti insieme chiesero spiegazioni a Naturella. Maghella era mortificata, spiegò ai fol- letti che voleva solo dargli una lezione per non farli litigare più. Ma non era questa la punizione. Così i folletti le diedero una mano a ripassare la formula magica “Ma non c’è nulla di errato!” Esclamò un folletto “allora cos’è che non ha funzionato?” In quel momento Nello si ricordò del pezzo di cioccolata nascosto nella borsa. Non sapeva se dirlo o meno, aveva una gran pau- ra di tutti. Ma doveva aiutare i suoi amici e Naturella. Con un groppo alla gola si portò accanto alla maga e disse ” Forse è col- pa mia. Ho nascosto un pezzo di cioccolata nella borsa.” “Ma non c’è nulla nella borsa ” disse un folletto. “È ovvio si è sciolto.” rispose un altro “Ecco cosa è successo. Inserendo un elemento naturale già trattato la formula si è invertita.” “Allora è facile rimediare?” chiese un folletto. “Purtroppo no. Senza l’ingrediente l’Erba Limona che dovevate cercare non posso fare nulla. L’unica soluzione è cercare l’erba. Senza quella non posso rimediare.” Allora tutti i folletti decisero di mettersi alla ricerca del- l’erba limona. E questa volta erano tutti d’accordo. Nel frattempo Naturella e Nello si sarebbero messi alla ricerca degli altri elementi. Così i folletti si incamminarono per i boschi. C’era un bel sole e mentre camminavano faccia al sole quelli che appa- rivano capelli e spalle incominciarono a guardare l’ombra proiettata a terra “Ehei guarda!” si dicevano “è una sola ombra!” Così tutti i folletti che erano sul lato posteriore guardarono a terra. “Oh ma siamo un folletto. Uno solo!” ” Ma cosa state dicen- do voi li dietro?“ Chiesero i folletti che stavano davanti. “Giratevi e guardate.” Si voltarono e così tutti poterono vedere l’ombra. “Ma è fantastico!” Esclamarono. “Siamo uno solo.” E si, erano divisi ma ora essendo rimasti ognuno un pezzo formavano un solo folletto. Contenti continuarono la loro ricerca e arrivati nel bosco sì sparpagliarono per cercare la pianta. Purtroppo non trovarono nulla. Nel frattempo si era fatto notte e decisero di ripararsi in qualche tana. Vollero chiedere asilo al loro amico co- niglio il Signor Rusco. Ma questo appena li vide si spaventò e scappò. Cercarono di seguirlo per spiegargli la situazione, ma mentre correvano per il bosco il gufo, il Signor Guaranà, vedendo quei pezzi di carne sparsi, pensò di mangiarne qualcuno. Povero gufo, non vede bene, è molto miope. Però di solito riesce sempre a cacciare per mangiare qualcosa. Così Guaranà si avventò contro il folletto polpaccio. Il folletto lo vide e cominciò a correre e ad urlare “aiuto aiutatemi!” Tutti si rivolsero dalla sua parte e in un battibaleno si disposero in uno solo. Formarono il folletto e il gufo si arrestò di colpo. Bum che botta. Finì contro un ramo e poi cadde a terra. Con gli occhi sgranati guardò quella strana figura, prima divisa in pezzi e poi folletto intero “Chi sei?” Chiese. “Non mangiarci e ti spigheremo tutto”. I folletti si divisero e gli raccontarono la loro storia. Nel frattempo tutti gli animali del bosco sì erano avvicinati e ognuno diceva la sua opinione e anche la sua soluzione. “Dovete fare molta atten- zione. Come io volevo mangiarvi così qualche altro animale vi scambierà per bocconcini di cibo.” Quella notte dormirono nella tana del coniglio, il signor Rusco. Si svegliarono il mattino presto e subito si misero alla ricerca dell’erba limona. Dovettero al- lontanarsi molto e si diressero nel bosco più fitto dove non si vedeva quasi la luce. Nel frattempo Naturella e Nello sorvolavano l’area senza sosta e raccoglievano le erbe e i fiori che necessitavano. Mancava ancora un prodotto e Naturella, insieme a Nel- lo, si diresse verso il fitto bosco. Nel frattempo folletto narice destra e folletto narice sinistra iniziarono ad annusare tra le pian-
te. Ma all’improvviso da una tana nascosta sotto le foglie uscì un serpente, l’Anaconda Vagabonda. Anche Anaconda Vaga- bonda come Gufo vedeva tanti pezzi di carne e ne voleva mangiare un pò. Afferrò narice destra e tentò di ingoiarlo. Folletto indice lo vide, urlò tanto da richiamare tutti i suoi amici e poi tentò di accecare il serpente, ma da solo non ci riuscì. Gli altri fol- letti accorsero prima possibile e tentarono di liberare il loro amico. Ma nulla da fare Anaconda Vagabonda era troppo grande per loro. Si avvolgeva sempre su se stesso e i folletti non riuscirono a diventare uno solo. I loro tentativi di liberare narice de- stra erano vani. Finché le loro voci non arrivarono all’orecchio di Nello. E lui senza avvisare Naturella, cambiò rotta senza ascoltare le proteste della maga. “Fermati stai andando dalla parte sbagliata. Se ti fermi di nuovo per il cioccolato non ci sarà più tempo per la natura.” E continuava a scalciare e ad agitare le braccia. “Naturella, zitta e ascolta, i folletti sono in pericolo! ” esclamò. Maghella aguzzò le orecchie e senti le voci dei folletti. “Presto Nello, trova i nostri amici dobbiamo aiutarli.” Questa volta Nello non seguiva l’odore del cioccolato ma le voci dei folletti. Individuò subito il punto esatto e volò in picchiata verso Anaconda. Attraversò i rami fitti degli alberi e Naturella fu sbalzata giù dal dorso di Nello e dopo un paio di capriole si rimise in piedi ma aveva perso la bacchetta. Nello si avventò su Anaconda, la afferrò tra le zampe e la scrollò così tanto che tutti i folletti caddero a terra. Anaconda pensò che Nello volesse mangiare i bocconcini di carne “Non sono tutti tuoi quei bocconcini. Non mi hai chiesto nemmeno di dividerli con te” Nello tentò di spiegare ad Anaconda che quelli non erano bocconcini ma i folletti. Il serpente rise e morse Nello. Così cominciarono a lottare e a farsi male davvero. Naturella e i folletti tentarono di dividere i due, ma erano troppo forti. “Presto, ho bisogno della mia bacchetta.” Tutti si misero alla ricerca e folletto pupilla la vide incastrata tra i rami di un albero “E’ troppo in alto per me. E adesso come la prendo?” Si chiese Naturella. Uno dei folletti disse “La pren- diamo noi!” Tutti i folletti si posizionarono in uno solo, si arrampicarono sull’albero e portarono la bacchetta a Maghella. Lei ri- mase sbalordita e non capiva come era potuto succedere. “Presto Naturella, Nello ha bisogno di aiuto!” “Giusto” disse. Roteò la bacchetta verso Anaconda Vagabonda, pronunciò una formula e il serpente si arrotolò da solo più volte su se stesso fino a sembrare uno spago con tanti nodi. Nello si distese a terra sfinito, non riusciva nemmeno a parlare. “Non siamo bocconcini di carne siamo i folletti” dissero tutti in coro rivolti ad Anaconda. Povero serpente non riusciva a credere ai suoi occhi. Si sentiva ancora più intontito. Naturella gli spiegò tutto. “Scusatemi ragazzi ma io non potevo sapere. Ho visto un po’ di carne e volevo mangiare. Ho tanta fame! La natura si è addormentata. È tutto in ritardo.” “Lo so Anaconda, purtroppo mi manca ancora un in- grediente per riempire la mia bacchetta e far rifiorire tutto.” “Cosa state cercando di preciso? Questa è casa mia e conosco ogni singola foglia.” “Stiamo cercando l’erba limona. Quest’anno non siamo stati tanto bravi nelle ricerche” disse folletto labbro. “Si” rispose Nello “quest’anno mi è toccato sgobbare di più per colpa vostra e ho mangiato poco cioccolato perciò non ti ho battuto nella lotta, serpente” “non mi hai battuto perché mangi troppo e solo cioccolato, grifone” “Smettetela! Altrimenti divido anche voi.”disse Naturella. I folletti risero “Chissà cosa ne verrebbe fuori tra un serpente e un grifone” Nello e Anaconda si guardarono “di sicuro sarebbe un bellissimo animale” disse Anaconda “Ora seguitemi” il serpente li condusse per un cunicolo
di alberi, arbusti e piante dalle foglie con forme strane. Finalmente raggiunsero un campo fuori dal bosco e trovarono una pian- ta un po’ più alta dei folletti con foglie sempre verdi e fiori bianchi e pendenti. I folletti ne raccolsero in abbondanza. Maghella ringraziò Anaconda e le promise che al più presto avrebbe fatto rifiorire la natura. Nello riempì la borsa delle erbe e mise in groppa Naturella e i folletti uniti in uno solo. A casa Naturella preparò le sue pozioni magiche. Caricò la sua bacchetta e con una magia fece ritornare i folletti tutti interi. Poi ricaricò la bacchetta saltò in groppa a Nello e diffuse la sua magia su tutta la terra. L’acqua cominciò a sgorgare dalle fonti e i ruscelli e i fiumi si riempirono di acqua cristallina. Gli alberi ritornarono pieni di foglie e fiori e i campi in fiore diedero tanti frutti. Da quel giorno i folletti non litigarono più e rimasero sempre uniti alla ricerca delle erbe per Naturella. E la Terra visse felice e contenta.
Anna Agata è nata a Napoli il 04 maggio 1970, diplomatasi all’istituto magistrale Eleonora Pimentel Fonseca di Napoli nel 1988. Cancelliere di tribunale dal 2001 attualmente in servizio presso il Tribunale di Napoli, con l’hobby della scrittura di fiabe, favole e tutto ciò che riguarda i più piccini, con la sincera speranza di donare sempre sogni e sorrisi.