Monreale, 23 gennaio 2018 – Confettura di pera e cannella, confettura di pera e noci, pesto di radicchio e noci, gelatina di vino Merlot, marmellata di cipolle rosse. A contraddistinguere il prodotto un’etichetta contenente una frase contro la violenza sulle donne. Questi sono solo alcuni dei prodotti artigianali confezionati dalle Cuoche Combattenti di Palermo. Un progetto messo a segno da Nicoletta, la fondatrice, e dal gruppo di donne che hanno sposato l’iniziativa che nasce da un’elaborazione di un percorso di fuoriuscita dalla violenza e di autodeterminazione personale femminile.
“L’amore non mette catene”; “Chi ti ama non ti controlla”; “L’amore non ammette minacce mai”; “Tu vali e sei libera sempre”; “Sei perfetta così come sei”. Le etichette hanno il compito di ricordare alla donna chi è e quanto vale, di girare per la cucina e per le mani delle donne che hanno bisogno di ricordarselo, “per portare un attimo di luce nelle case di chi ne ha bisogno”.
La violenza non è solo fisica ma soprattutto psicologica, inoltre ha tantissimi alleati come il silenzio. La cultura dell’amore romantico spesso lega la donna a degli stereotipi e a dei ruoli relazionali che contemplano il possesso e ancora la dipendenza economica. Il progetto si sviluppa e prende forza da queste ed altre importanti consapevolezze acquisite durante il percorso svolto dalle donne che hanno subito violenza.
“Quindi mai più silenzio e mai più paura, non siamo vittime ma combattenti”. Sono le ragioni dalla quale è nata l’idea. Dalla consapevolezza prende forma il progetto che prevede un laboratorio di trasformazione alimentare che possa dare autodeterminazione alle donne vittime di violenza.