San Giuseppe Jato, 8 aprile – Si entra in sala, si abbassano le luci e tutti il palco è cosparso di piccole candele. L’atmosfera onirica accoglie i nostri due personaggi, Totò e Vicè. Due amici, due amanti? Vivi, morti? Chi lo sa. Uno scambio di battute umanissime in una realtà surreale. Si chiamano, si cercano, si amano. E sembrano uno lo specchio dell’altro, forse lo sono. Una coppia di alter ego, l’uno illumina l’altro. Un testo pieno di sillogismi, che spinge a sentire dentro di sé la bellezza, la gioia dell’avere qualcuno accanto, del conforto, di una solitudine condivisa.
Una recitazione magistrale, così semplice, eppure così ingarbugliata. Vetrano e Randisi si mostrano abilissimi maestri, trasportano e sono trasportati da un turbinio di emozioni incessanti. « Vicè, ma tu sei morto? » « Non lo so. Non ci ho pensato ». E così non si sa, si resta sospesi in questo sogno, forse eterno. Ma che importa essere morti? L’importante è non esser soli, aversi l’un l’altro al proprio fianco, come due fratelli.
Il teatro puro approda a San Giuseppe Jato, e i vincitori del premio Le Maschere del Teatro Italiano regalano alla cittadina un momento di bellezza, di felicità e malinconia.
Un vero successo all’interno della rassegna teatrale “E… Volutamente teatro ai margini”, alla quale sono costantemente dedicate le energie di Maurizio C. L. Vitale e Rosetta Iacona. Alla fine dello spettacolo gli attori hanno ringraziato tutto il Comune di San Giuseppe Jato e rinnovato la stima per Vitale e Iacona, i quali hanno lottato costantemente affinché momenti di tale pathos fossero possibile in questo paesino.