“Comitati Civici” nasce dal raggruppamento e dal confronto di diverse associazioni che operano sul territorio di Palermo e provincia. L’obiettivo è quello di realizzare un movimento che rappresenti le esigenze dei cittadini.
Il sindaco, Filippo Di Matteo, ha accolto – ieri 19 ottobre – Comitati Civici a villa Savoia: “Voi siete la classe dirigente di domani”, ha affermato, “avrete la città di Monreale al vostro fianco”.
Sono intervenuti il coordinatore provinciale dei Comitati Civici di Piana degli Albanesi, Alberto Petta, Massimo Rosa, membro del Direttivo “Comitati Civici”, Marco Brandi della sezione di San Martino, Giovanni Geloso, consigliere comunale di Palermo, Gigi Ferraro, presidente dei Comitati Civici di Monreale e Edoardo Torregrossa di “Giovani militanti per Palermo”; ha moderato Salvo Misseri, presidente del club dei 50, e nel direttivo di “Cominciamo dal quartiere”.
Giovanni Geloso ha esordito affermando la volontà di essere propositivi e collaborativi. “Stiamo battezzando la nascita di questo ‘gruppo’ a Monreale e dobbiamo avere il coraggio di accettare una sfida, una nuova proposta, nuove iniziative, consapevoli che la ristrutturazione viene dai giovani. Bisogna avere il coraggio di osare, gli obiettivi non sono difficili da realizzare, manca solo la volontà, è più facile rimanere schiavi delle vecchie regole e noi siamo qui per romperle”.
Gigi Ferraro, presidente del Comitato Civico per Monreale vuole riproporre le stesse modalità di azione dei Comitati di Palermo. “Semplici cittadini si sono messi insieme per riuscire a risolvere problematiche riguardanti pulizia di ville e giardini, assistenza ai cittadini sulla TARES. Bisogna partire dal basso, stare vicini alla gente, sostituirsi all’amministrazione. Io non mi sento rappresentato dai deputati regionali e credo che siano indispensabili l’impegno personale e la buona politica per migliorare il paese di Monreale. Offriamo una immagine negativa a chi viene da fuori, le nostre strade sono sporche, ma la colpa è di tutti noi. I monrealesi devono responsabilizzarsi” afferma, “ognuno di noi deve essere parte attiva di questa società. Il movimento dei Comitati Civici può offrire ai ragazzi la possibilità di dare un contributo, non è importante da dove viene l’idea, ma che sia buona, l’obiettivo è il bene di Monreale”, conclude Ferraro, mettendo a disposizione uno spazio virtuale per chi volesse contattarlo [email protected] Cell. 329 5428358.
Massimiliano Rosa affronta l’argomento “sofferenze della macchina pubblica”. “Invece di lamentarci dobbiamo vivere con l’ente pubblico un rapporto di collaborazione”.
Chiude l’incontro Edoardo Torregrossa: “Siamo ambiziosi, abbiamo un progetto coraggioso, vogliamo trasportare la nostra esperienza palermitana a Monreale, con cui confiniamo. Il territorio deve essere pulito, i turisti si portano un’immagine della Sicilia che non meritiamo. Molti ci chiedono se siamo di sinistra, di centro o di destra? A noi non interessa, cerchiamo di vivere il nostro tempo in modo intelligente, ma non vogliamo essere moderati, vogliamo cambiare radicalmente le cose. Vogliamo una cittadinanza attiva. Spero che Monreale riesca a cogliere questa occasione di grande rinnovamento”.
Abbiamo fatto qualche domanda ad Edoardo sulle iniziative che sta proponendo prendendo spunto da un suo articolo su un foglio che divulga le iniziative dei “Giovani militanti per Palermo”. L’articolo riguarda proposte di modifica della legge Fini Giovanardi varata nel 2006, che equipara le droghe leggere alle droghe pesanti. La legge mette sullo stesso piano marijuana e hashish con cocaina ed eroina e reintroduce il limite di quantità oltre il quale l’uso personale diventa spaccio. La legge ha aumentato le pene che – in caso di condanna – ora vanno da sei a venti anni di reclusione, è “criminogena”, ed è ritenuta la prima causa del sovraffollamento delle carceri. 26.000 detenuti su 65.000, 2 su 5, sono finiti dentro per violazione della legge antidroga Fini-Giovanardi. Edoardo Torregrossa col suo movimento si schiera a difesa della legge, ma per alzare la soglia minima di detenzione di cannabis, in modo da combattere il sovraffollamento delle carceri. Per questo hanno indetto una raccolta firme “contro la cannabis” il 26 ottobre in piazza Paulsen.
“Noi militanti, afferma Torregrossa, “con la nostra raccolta firme, chiediamo che venga innalzata la soglia minima, prevista dalla legge Fini Giovanardi, che permetterà di svuotare le carceri con molta più efficacia di un provvedimento di amnistia o di indulto. Noi siamo per le libertà di pensiero e di parola”, conferma quanto scritto sul suo articolo, “ma vogliamo alzare la soglia e vogliamo dire ai movimenti antiproibizionisti, che fanno politica in nome di una libertà senza confini e regole, che non esiste la libertà di drogarsi, non esiste la libertà di farsi del male, perché non è più libertà, ma anarchia”, riproponendo un modello desueto di anarchia associato al male, alla assenza di regole e opposto di libertà. E invita a un convegno contro il femminicidio in via La Loggia, il 24 ottobre alle 16.30.