La primavera è tempo di rivoluzione, di resistenza, di forze nuove che nascono, esplodono, si godono i privilegi della stagione migliore.
Nel quadro politico nazionale ancora in divenire, in un processo di illusorio cambiamento, riecheggiano le parole di Tancredi allo “zione” Don Fabrizio nel “Gattopardo” dove il nipote avverte di andar a far la guerra affinché tutto rimanga per com’è.
Come ogni festa che si allontana nel tempo dalla data della sua generazione, essa si svuota di senso; tra una grigliata, una gitarella fuori porta, il senso di gioia nel non adempiere ai soliti doveri scolastici e lavorativi, si consuma il ricordo di una delle parole più belle e, forse per questo, abusate al mondo: libertà.
Non è mia intenzione colorare l’articolo di falsi moralismi o tediose parole politichesi, ci basta Napolitano, non ho alcuna intenzione di far compagnia ad un uomo che grida nel deserto tutto solo. Mi piacerebbe, piuttosto, condividere con voi le parole di un uomo immenso e lungimirante che, come Tomasi di Lampedusa, è destinato a rimanere eterno ed attuale: Pierpaolo Pasolini.
In un brano tratto da Saggi sulla politica e sulla società, “Vie Nuove” 1962, Pasolini scrive:
“L’Italia sta marcendo in un benessere che è egoismo, stupidità, incultura, pettegolezzo, moralismo, coazione, conformismo: prestarsi in qualche modo a contribuire a questa marcescenza è, ora, il fascismo. Essere laici, liberali, non significa nulla, quando manca quella forza morale che riesca a vincere la tentazione di essere partecipi a un mondo che apparentemente funziona, con le sue leggi allettanti e crudeli. Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società.
[…]
Non esiste solo il potere che si esercita nelle decisioni, ma anche un potere meno visibile che consiste nel fatto che certe decisioni non sono neanche proposte, perché difficili da gestire o perché metterebbero in questione interessi molto stabili”.
Buona festa della liberazione.